lunedì 18 luglio 2011

...e la chiamano "Estate": il capitalismo e la sua "fine"?


di Giuseppe Sottile

I massmedia hanno taciuto che in Islanda il  Governo invece di reprimere il suo popolo (come in Grecia ed a tutte le latitudini) ha rispettato la richiesta della piazza per un referendum attraverso il quale la popolazione ha deciso di ricusare il debito (precedente pericolosissimo). Stanno quasi sottacendo il default del Minnesota ed i quasi-default di numerosi singoli stati USA.
Ma veniamo al piatto forte. E' come se nel consentirci previsioni potessimo fare a meno di dati quantitativi, talmente foriera di informazioni (e sentimenti) è la realtà sociale nei suoi aspetti qualitativi. Anche se repubblicani e democratici dovessero accordarsi per il due di agosto, una cosa chiaramente ne consegue: che lo stato dei conti pubblici negli USA (in specie) non consentirà più alcun salvataggio al prossimo stress finanziario. Non si potrà più ricorrere al Tesoro come fatto due anni fa (e causa anche dell'attuale situazione debitoria del governo federale.). Si potrà solo ricorrere alla emissione di nuovi bond a tassi di interesse elevatissimi, ossia portando gli USA allo stato in cui rischiano di trovarsi ora: il default, che comporta proprio l'impossibilità di emettere nuovi bond. Insomma, messa così è finita. Il default degli USA al prossimo stress finanziario sarà la catastrofe: ritiro dagli asset finanziari degli investitori in USA (prima la Cina), crollo del commercio internazionale etc. (Obama non parla forse di "apocalisse" se...). Si rammenti tuttavia che il default degli USA non rappresenterà la causa, esso è solo la più evidente espressione d'una fragilità sistemica del capitalismo nella sua fase finanziario speculativa, quella stessa fragilità che fa sì che la Grecia possa "tenere per le palle" l'Europa etc. Sono solo le gocce che fanno traboccare il vaso. E' il "sistema" che è andato. 
In Italia la presente finanziaria ci fotte una mensilità. Non "basterà"! A breve ne sforneranno un altra, per un'altra mensilità (saremo dipendenti pubblici o privati con 11 menssilità invece che 13). Gli "esperti" vi fottono da 25 anni con le loro "politiche del rigore" e l'"opinione pubblica" dovrebbe cominciare a riconoscere dove ci hanno portato. Dovrebbe riconoscere che quattro anni fa non si parlava di Islanda, Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia e Italia... e che fino ad una settimana fa non si parlava del default degli USA. Di che si parlerà tra qualche mese, alla fine dell'estate?