martedì 29 maggio 2012

Autorganizzazione


di Luigi Sturniolo

Qualcuno ha detto che l’autorganizzazione si dà nelle situazioni-limite. E’ vero. Laddove le risposte pre-coordinate non soddisfano più le domande che insistono nel contesto pezzi di questo cercano nuove strade. Si ridefiniscono. Per questo l’autorganizzazione è imprevedibile. L’indeterminatezza è il suo statuto. Per questo l’autorganizzazione è produttiva. Perché è un’eccedenza. L’autorganizzazione è creativa. Solo l’autorganizzazione è creativa. Sembrano corrispondere a questo le tesi di Ilya Prigogine secondo il quale “in condizioni di lontananza dall’equilibrio possono aver luogo vari tipi di processi di auto-organizzazione … Abbiamo visto  che la condizione periodica per la comparsa di simili fenomeni è l’esistenza di effetti catalitici”. Fenomeni che venivano definiti come rumore, turbolenza, caos assumono, quindi, per Prigogine carattere creativo. E’ significativo che egli individui, poi, nella presenza di un fattore catalizzante una condizione necessaria per il costituirsi di un nuova forma di organizzazione. Certo, è davvero forzoso traslare teorie relative a sistemi molecolari sul terreno dell’organizzazione sociale o dei movimenti politici, ma lo è ancora di più pensare, come normalmente si fa, di imporre alle relazioni umane convenzioni morali, volontaristiche, innaturali.